Che l’Unità fosse un giornale di partito ci poteva stare, è nell’ordine naturale delle cose e perfino giusto, dopotutto anche altri hanno il loro bel quotidiano che col suo tam tam diffonde verità personali e di parte; in questo l’organo comunista non è stato peggio di altri. Sicuramente più onesto de La Repubblica, lo scalfariano giornale “non allineato” di faccia ma rosso Stalin di cuore. Un giornalista di sinistra, rosso come un peperoncino di Soverato che scrive per il giornale comunista è logico, ha quell’ideologia è giusto che l’esprima sulle pagine a lui politicamente più vicine, ma se il vasetto di terracotta messo insieme con i cocci di quel che fu il PCI dopo la “svolta della Bolognina” si sfalda in mille contrapposizioni, non può smettere di pensare! Non può smettere di scrivere per non scontentare le anime in lotta all’interno della sua compagine,perchè è impossibile che non sappia per chi parteggiare, è impossibile che non ci sia qualcuno che gli sia gradito! Allora, dato che questo è manifestamente impossibile, significa che il giornalista rosso peperone è una marionetta senza alcuna volontà, un burattino che non esprime la sua idea ma aspetta che la dirigenza di partito gli dica cosa deve scrivere, è una scimmietta ammaestrata, un altoparlante che si limita a convertire in onda sonora un segnale elettrico modulato ai piani alti di via Botteghe Oscure. L’unità come la Pravda dunque, un giornale senz’anima che aspetta che gli venga comunicata la Verità di moda in quel momento, e se in quel momento la Verità e ancora da definire entra in modalità fotocopiatrice e si limita a balbettare gli eventi senza nemmeno provare a ragionare col cervello. Che tristezza!
Calcydros
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