ALTO TRADIMENTO!! MiG attento alla pressione :))

La mattina la tradizionale parata militare per le vie di Roma. Nel pomeriggio la visita alla Camera dei deputati di mille ragazze e ragazzi impegnati nel servizio civile. E, puntuale, l’attacco de Il Giornale alla presidente Laura Boldrini accusata di sostenere l’abolizione delle Forze armate.L’occasione della polemica è stata offerta da una proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da oltre 50mila fime raccolte in sei mesi, che in realtà non chiede l’eliminazione delle Forze armate ma l’istituzione di un Dipartimento della difesa civile che tra gli altri compiti avrebbe anche quello di “formare ed educare la popolazione”, “pianificare e coordinare l’impiego dei mezzi e del personale ad essa assegnati” e “contrastare le situazioni di degrado sociale, culturale ed ambientale e difendere l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni cagionati dalle calamità naturali”.A questi compiti la proposta di legge (promossa da Rete Italiana per il disarmo, Rete della pace, Tavolo interventi civili di pace, Conferenza nazionale degli Enti di Servizio civile, Forum nazionale Servizio civile, Campagna Sbilanciamoci!) ne affianca altri, di carattere più generale, quali “svolgere attività di ricerca per la pace, il disarmo, per la graduale differenziazione produttiva e la conversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa e la giusta e duratura risoluzione dei conflitti, e predisporre studi finalizzati alla graduale sostituzione della difesa armata con quella civile non violenta, provvedere alla formazione del personale appartenente alle sue strutture”.E’ stato il riferimento alla “graduale sostituzione della difesa armata con quella civile e non violenta” a suscitare il sospetto che nella proposta si annidino le istanze del pacifismo più radicale e ideologico, quello delle “anime belle” che, mentre l’Isis taglia le gole, credono che si possa fermare la violenza con i fiori e i sorrisi. Ma a leggere il testo della proposta emerge un quadro diverso. Il proposito è quello di estedere il concetto di difesa dalla tutela dei confini al territorio. Che è poi quanto da anni fanno i volontari impegnati nella protezione civile.D’altra parte, i criteri indicati nella proposta per il finanziamento della struttura, presuppongono e danno per scontata l’esistenza della difesa militare. La richiesta è di destinare 100 milioni di euro, dei quali solo il 10 per cento destinati alle spese di funzionamento, recuperandoli da risparmi sull’acquisto di nuovi sistemi d’arma e, negli anni successivi, recuperandoli attraverso un fondo che per gli anni successivi possa essere alimentato dagli stessi cittadini che decideranno di destinare il sei per mille dell’Irpef a sostegno dell’iniziativa.Insomma, la “graduale sostituzione” auspicata appare un modo per sottolineare che l’idea di un futuro mondo di pace non va abbandonata. Ma intanto si tratta di dare mezzi e strutture a quanti ritengono che si possa difendere il Paese con strumenti diversi dalle armi. Che poi, come hanno ricordato i promotori della legge, è esattamente il concetto che l’attuale capo dello Stato espresse quando, da ministro della Difesa, annunciò l’abolizione della leva obbligatoria: “Qualsiasi giovane – disse Sergio Mattarella – potrà comunque concorrere alla difesa della patria con mezzi ed attività non militari. I futuri volontari potranno continuare a favorire e promuovere la solidarietà e la cooperazione”. C’è infatti un importante aspetto culturale e formativo nell’idea di creare un Dipartimento della difesa civile: rafforzare l’idea del cittadino come “proprietario”, e dunque custode, dei beni comuni.Dopo l’incontro con i mille volontari, Laura Boldrini ha postato sulla sua pagina Facebook la testimonianza di uno di loro, Matteo, 23 anni: “Un’esperienza che ti cambia la vita, recita lo slogan del Servizio Civile Nazionale. Sembrava retorica solo un anno fa, oggi penso sia vero. Ho imparato tanto, partendo da mille difficoltà, da tante insicurezze. E adesso mi sento una persona migliore. Non migliore di altri, migliore di prima: sono più consapevole, più saggio, più umano”. Un impegno che, sottolinea la presidente della Camera, ha ancora più valore se si considera che “proviene da una generazione fortemente segnata dalla precarietà e dall’incertezza sul futuro”.

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