C’è mancato poco ma ce l’hanno fatta: per fortuna sono riusciti a salvare le nuove coperture in pelle (3.000.000 €) degli scranni parlamentari dove i sacri deretani di lor signori onorevoli troveran conforto. Pensate che disastro sarebbe stato il non poter rinnovare quelle coperture, ma grazie all’IMU gli onorevoli culetti sono al sicuro!
da Liberoquotidino.it
Monti fa pagare 89mila euro di Imu a chi combatte la leucemia dei bimbi
Il balzello, inesorabile, si abbatte sulla struttura d’eccellenza di Padova: “Siamo un Onlus, non facciamo alcun profitto. Con quei soldi avremmo finanziato un progetto triennale”
Il governo Monti se ne va. Le tasse del Professore restano. La più odiata è l’Imu. Che in certi casi si dimostra anche la più iniqua. L’elenco degli immobili esentati dal pagamento comprende centinaia di società sportive, scuole private, alberghi camuffati da “casa del pellegrino” e molte altre strutture Non, però, i centri di ricerca no-profit, dove si lavora giorno e notte per la nostra salute e per sconfiggere la malattie più terribili. Niente da fare: la “ricerca” deve pagare il balzello.
Lo Stato presenta il conto – E come sottolinea il Corriere della Sera, in alcuni casi, l’Imu per i centri di ricerca è un vero e proprio bagno di sangue. Un caso eclatante è quello dell’Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, a Padova, nella Torre della ricerca (nella foto). Una vera e propria cittadella della scienza di 17 mila metri quadri e dove lavoranno 700 medici. Certo, un vero e proprio palazzone. Dove però si combatte contro la leucemia dei bambini. Ma che non sfugge a un’Imu salatissima: lo Stato fa pagare un conto di 89 mila euro.
Addio al progetto triennale – Niente da fare nemmeno per la Torre della Ricerca, insomma, che cominciò ad essere costruita nel 2009 (è stata terminata quest’anno) grazie alle donazioni dei privati. Il palazzo fu ideato dall’architetto Paolo Portoghesi, che in cambio non volle nessun compenso. Ma il compenso lo vuole lo Stato. “Abbiamo consultato tutti gli esperti e non c’è niente da fare – spiega Franco Masello, componente storico della Città della Speranza -. La legge è quella, dobbiamo pagare. Anche se la nostra è una Onlus in senso stretto. Neppure una lira di profitto. Finisce tutto nella ricerca. E con quegli 89 mila euro avremmo potuto finanziare un nuovo progetto triennale”. Che non si farà. Per colpa delle tasse di Monti.