Pubblico volentieri, su segnalazione di Giuvi, la notizia di questa class actio promossa dal CODACONS. Io ho già aderito, non foss’altro per aver pagato il canone ben dal ’57 senza poter vedere mai, o quasi mai, le trasmissioni della RAI. Col digitale terrestre poi le cose sono precipitate, il segnale RAI è di fatto assente mentre da Mediaset e La7 qualcosa riesco a ricevere. La vergogna del “canone”, vera e propria tassa sull’apparecchio televisivo, pubblicizzata dalla RAI con un’arroganza pari solo alla disonestà di chi la amministra e di chi ci lavora, va eliminata in modo che questo carrozzone entri finalmente nel mercato. Se non saprà restare in piedi con le sue forze tanto peggio!
RAI: MEGA CLASS ACTION PER 17 MILIONI DI ABBONATI
DOPO IL BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA NEGLI UFFICI DELLA TV PUBBLICA, CODACONS E ASSOCIAZIONE UTENTI RADIOTELEVISIVI LANCIANO UNA AZIONE RISARCITORIA
POSSIBILE COSTITUIRSI PARTE OFFESA NEL PROCEDIMENTO APERTO DALLA PROCURA SULLE SPESE DELL’AZIENDA
E INTANTO GUBITOSI E TARANTOLA RIFIUTANO DI ACQUISIRE DAL CODACONS IL DOSSIER SUGLI SPRECHI RAI. CRITICHE ANCHE VERSO I COMPONENTI DEL CDA DI AREA PD
La Guardia di Finanza ha effettuato nei giorni scorsi un blitz negli uffici della Rai a Roma, acquisendo carte e documentazione nell’ambito dell’inchiesta avviata di recente dalla magistratura capitolina.
Lo rende noto il Codacons, che sulle spese della tv pubblica ha presentato di recente un corposo dossier alla Corte dei Conti e alla Procura di Roma, proponendo un incontro al DG Rai Luigi Gubitosi e al Presidente Anna Maria Tarantola proprio per sottoporre alla loro attenzione le spese folli dell’azienda. Richiesta rimasta finora lettera morta.
E dopo il blitz delle Fiamme Gialle Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi affilano le armi legali e lanciano una mega class action per far ottenere ai circa 17 milioni di abbonati Rai il risarcimento dei danni prodotti da una gestione economica “spavalda” dei soldi pubblici raccolti attraverso il canone: tutti coloro che hanno pagato il canone Rai negli ultimi 5 anni, possono presentare querela individuale e costituirsi parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura di Roma, così da avviare l’iter per ottenere, qualora vi siano sviluppi dell’inchiesta e siano accertate irregolarità, il risarcimento dei danni subiti in qualità di soggetti offesi da reato (per una somma non inferiore a 552,5 euro ad abbonato, pari al canone pagato negli ultimi 5 anni).
Non c’è dubbio infatti che l’abbonato Rai risulta doppiamente danneggiato da una gestione errata dei fondi della tv pubblica – spiegano Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi – Se da un lato vi è un uso scriteriato se non un vero e proprio sperpero dei soldi dei cittadini, dall’altro vi è un peggioramento del servizio e della qualità dell’offerta televisiva, poiché le risorse vengono utilizzate in modo errato.
Per tale motivo tutti gli abbonati Rai possono scaricare il modulo pubblicato da oggi sul sito www.codacons.it (vedi link riportato a fine pagina) e ottenere l’assistenza (totalmente gratuita per chi destinerà il 5×1000 all’associazione) per presentare la denuncia/querela e costituirsi parte offesa.
Intanto il Codacons attacca duramente i membri del CdA Rai di area Pd (Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi) i quali, ingessati dai sindacati dei giornalisti, non solo non muovono un dito per combattere corruzione e sprechi, ma addirittura, vedi il caso di Colombo, attaccano ferocemente il partito che li ha nominati all’interno della Rai, senza però dimettersi dal proprio incarico. E pensare che anche a loro l’associazione si era rivolta, segnalando non solo i compensi esagerati elargiti ad alcuni personaggi televisivi (come Bobo Vieri o Gianni Rivera, questione su cui ora indaga la Corte dei Conti), ma anche l’iter assolutamente irregolare seguito per la nomina di Gubitosi, imposto dal premier Monti. Tutte questioni per le quali i due consiglieri hanno mostrato totale indifferenza.