Da Liberoquotidiano.it
Romano Prodi attacca la Germania: “Voglio trasformare l’Europa nella loro zona di influenza“
L’Unione europea deve reagire contro i tentativi sfacciati della Germiana di trasformare l’intera area euro in una zona di propria influenza. L’allarme arriva ancora una volta dall’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, in un editoriale pubblicato dal Messaggero. Prodi critica la linea tedesca a cominciare dal “prevedibile” compromesso raggiunto a soluzione della crisi greca, contrastato negli ultimi mesi dalla volontà in primis del ministro delle finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, che ha sempre spinto per un’esclusione di Atene dalla moneta unica. Secondo Prodi si è evitato: “il peggio, ma si sono posti i semi di latre tensioni. Nessuno – ha scritto – poteva prevedere che il brutto futuro sarebbe cominciato ancora prima della fine dello stesso mese di luglio, con una pesante e inaspettata dichiarazione di Schaeuble sulla necessità di ridimensionare i poteri della Commissione europea, trasferendo le più delicate decisioni di politica economica nelle mani di un’autorità tecnica fornita di pieni poteri e, ovviamente, controllata da Berlino”. Un tentativo che avrebbe scardinato i principi su cui si basa l’intero sistema istituzionale europeo, sostiene Prodi, sia da un punto di vista giuridico che politico.
La reazione – Lo stesso ex ministro degli esteri tedesco, Joschka Fisher, ha ammesso che la Germania sta: “trasformando l’Eurozona nella propria sfera di influenza, che la vecchia politica di solidarietà europea viene ormai considerata ‘inguaribilmente euroromantica’ e che, come conseguenza dei suoi successi, l’obiettivo di un’Europa germanica sta ormai prevalendo sulla tradizionale aspirazione di una Germania europea”. Secondo Prodi, i Paesi membri e i gruppi politici non stanno reagendo nel modo giusto: “Non riesco a spiegarmi la latitanza dei grandi partiti, diventa sempre più necessaria e urgente una convocazione di una riunione straordinaria dei leader dei governi, delle istituzioni e dei grandi partiti europei, che discuta finalmente in modo aperto e approfondito sui futuri destini dell’Europa”. Una discussione che dovrebbe coinvolgere anche i parlamenti di ogni Paese membro: “Non si può permettere – dice Prodi – che la più innovativa istituzione mondiale degli ultimi cento anni finisca vittima di un populismo alimentato da un crescente senso di lontananza, di impotenza e di mancanza di solidarietà”.
L’Unione europea deve reagire contro i tentativi sfacciati della Germiana di trasformare l’intera area euro in una zona di propria influenza. L’allarme arriva ancora una volta dall’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, in un editoriale pubblicato dal Messaggero. Prodi critica la linea tedesca a cominciare dal “prevedibile” compromesso raggiunto a soluzione della crisi greca, contrastato negli ultimi mesi dalla volontà in primis del ministro delle finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, che ha sempre spinto per un’esclusione di Atene dalla moneta unica. Secondo Prodi si è evitato: “il peggio, ma si sono posti i semi di latre tensioni. Nessuno – ha scritto – poteva prevedere che il brutto futuro sarebbe cominciato ancora prima della fine dello stesso mese di luglio, con una pesante e inaspettata dichiarazione di Schaeuble sulla necessità di ridimensionare i poteri della Commissione europea, trasferendo le più delicate decisioni di politica economica nelle mani di un’autorità tecnica fornita di pieni poteri e, ovviamente, controllata da Berlino”. Un tentativo che avrebbe scardinato i principi su cui si basa l’intero sistema istituzionale europeo, sostiene Prodi, sia da un punto di vista giuridico che politico.
La reazione – Lo stesso ex ministro degli esteri tedesco, Joschka Fisher, ha ammesso che la Germania sta: “trasformando l’Eurozona nella propria sfera di influenza, che la vecchia politica di solidarietà europea viene ormai considerata ‘inguaribilmente euroromantica’ e che, come conseguenza dei suoi successi, l’obiettivo di un’Europa germanica sta ormai prevalendo sulla tradizionale aspirazione di una Germania europea”. Secondo Prodi, i Paesi membri e i gruppi politici non stanno reagendo nel modo giusto: “Non riesco a spiegarmi la latitanza dei grandi partiti, diventa sempre più necessaria e urgente una convocazione di una riunione straordinaria dei leader dei governi, delle istituzioni e dei grandi partiti europei, che discuta finalmente in modo aperto e approfondito sui futuri destini dell’Europa”. Una discussione che dovrebbe coinvolgere anche i parlamenti di ogni Paese membro: “Non si può permettere – dice Prodi – che la più innovativa istituzione mondiale degli ultimi cento anni finisca vittima di un populismo alimentato da un crescente senso di lontananza, di impotenza e di mancanza di solidarietà”.
L’Unione europea deve reagire contro i tentativi sfacciati della Germiana di trasformare l’intera area euro in una zona di propria influenza. L’allarme arriva ancora una volta dall’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, in un editoriale pubblicato dal Messaggero. Prodi critica la linea tedesca a cominciare dal “prevedibile” compromesso raggiunto a soluzione della crisi greca, contrastato negli ultimi mesi dalla volontà in primis del ministro delle finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, che ha sempre spinto per un’esclusione di Atene dalla moneta unica. Secondo Prodi si è evitato: “il peggio, ma si sono posti i semi di latre tensioni. Nessuno – ha scritto – poteva prevedere che il brutto futuro sarebbe cominciato ancora prima della fine dello stesso mese di luglio, con una pesante e inaspettata dichiarazione di Schaeuble sulla necessità di ridimensionare i poteri della Commissione europea, trasferendo le più delicate decisioni di politica economica nelle mani di un’autorità tecnica fornita di pieni poteri e, ovviamente, controllata da Berlino”. Un tentativo che avrebbe scardinato i principi su cui si basa l’intero sistema istituzionale europeo, sostiene Prodi, sia da un punto di vista giuridico che politico.
La reazione – Lo stesso ex ministro degli esteri tedesco, Joschka Fisher, ha ammesso che la Germania sta: “trasformando l’Eurozona nella propria sfera di influenza, che la vecchia politica di solidarietà europea viene ormai considerata ‘inguaribilmente euroromantica’ e che, come conseguenza dei suoi successi, l’obiettivo di un’Europa germanica sta ormai prevalendo sulla tradizionale aspirazione di una Germania europea”. Secondo Prodi, i Paesi membri e i gruppi politici non stanno reagendo nel modo giusto: “Non riesco a spiegarmi la latitanza dei grandi partiti, diventa sempre più necessaria e urgente una convocazione di una riunione straordinaria dei leader dei governi, delle istituzioni e dei grandi partiti europei, che discuta finalmente in modo aperto e approfondito sui futuri destini dell’Europa”. Una discussione che dovrebbe coinvolgere anche i parlamenti di ogni Paese membro: “Non si può permettere – dice Prodi – che la più innovativa istituzione mondiale degli ultimi cento anni finisca vittima di un populismo alimentato da un crescente senso di lontananza, di impotenza e di mancanza di solidarietà”.