Oggi su Focus Economia uno straordinario Barisoni, tra l’incredulo e il divertito, dava notizia di un esterrefatto Obama che vedeva litigare tra loro in video conferenza i “leader” europei. Tutti contro la Merkel, tedesca dell’est, che per essere sicura di non essere fraintesa ha detto tre volte no in inglese e una in tedesco al salvataggio delle banche spagnole. Fantastica la Merkulona, negare aiuti alle banche spagnole dopo che quelle tedesche sono state salvate a più riprese, vedi Draghi. Pubblico questo articolo tratto da Iceberg Finanza che bene illustra l’attuale situazione, molto simile a quella che portò Hitler al potere, come ha oggi magnificamente spiegato Barisoni.
ROMA – “No, la Germania non regalerà soldi alle banche spagnole”. Per tre volte Barack Obama, Mario Monti e Francois Hollande vanno alla carica. Per tre volte Angela Merkeldice di no. In inglese e, per non sbagliare, in tedesco. La Cancelliera è irremovibile. E così alla teleconferenza dell’altro ieri pomeriggio l’Europa clamorosamente si spacca. (Repubblica)
Era ora che Anghelina desse un segnale chiaro ed inequivocabile! Non ha torto la Merkel a non voler dare soldi alle banche, le banche si devono nazionalizzare o lasciare fallire e al diavolo il rischio sistemico sono d’accordo!
Peccato che la Merkel dimentichi che se saltano le banche spagnole e la Spagna, la Germania segue nello spazio di un istante con tutte le sue banchette di carta che hanno foraggiato bolle immobiliari e industriali in mezza Europa, dalla Spagna alla Grecia.
In Germania fanno trend oggi i sondaggi che vedono i tedeschi abbandonare l’euro, chi vuole andarsene foraggiati dalla spazzatura mediatica teutonica.
Ogni Stato ha le sue responsabilità gravissime dalla politica alla finanza ma sembra che la volontà egemone della Germania dimentichi le sue gravi responsabilità, dimentichi come l’Europa l’ha salvata a sue spese da una riunificazione terribilmente difficile.
Non appena possibile ci occuperemo dei responsabili di questa crisi come stanno facendo in Islanda! Prima o poi, speculatori politici, mafie e massonerie in Italia dovranno fare il conto con la realtà.
Ora basta boicottiamo Berlino! Spiace per una serie di motivi che vanno dal rischio empirico del protezionismo che sempre nella storia ha portato a immense tragedie sino all’evidenza che Italia e Germania dipendono l’una dall’altra per gli scambi commerciali.
Ma stare ad ascoltare i nei di zio Adolfo in gonnella che continua a ripetere no a qualunque proposta per continuare ad indebitarsi a tasso zero foraggiando aumenti salariale e salvataggi bancari in funzione delle prossime elezioni in Germania francamente è troppo!
Ovviamente attendiamo con piacere l’insurrezione esterofila di blogger e media che da sempre, vuoi per interesse e vuoi per ideologie estreme, guardano ai modelli tedeschi e anglosassoni come la migliore soluzione possibile pur in presenza di un totale fallimento del mercato e delle loro stesse ideologie.
La verità è figlia del tempo e non manca poi molto al momento in cui l’industria manifatturierea tedesca subirà l’onda d’urto della proprio narcisismo. Inutile indire campagne specifiche tanto l’italiano medio continuerà a comprarsi la wurstel wagen senza sapere lo scherzetto che in realtà la Germania sta preparando.
Nel frattempo crollano le esportazioni tedesche verso l’Italia e i paesi Ue! L’effetto trascinamento non tarderà ad arrivare anche per il resto del mondo dove la Germania ha registrato un sensibile aumento. Un duro atterraggio globale è in atto!
Sarebbe interessante chiedere agl inglesi cosa ne pensano del collasso del loro indice manifatturiero oltre che ovviamente a quello europeo.
E17: scende a 45,1 pmi manifatturiero a maggio, Italia sale a 44,8 (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 01 giu – Nell’Eurozona l’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero e’ sceso a 45,1 punti a maggio dai 45,9 di aprile. Il dato e’ sostanzialmente in linea alle attese degli analisti, che si aspettavano una flessione a 45 punti
Nel dettaglio dei singoli Paesi, in Germania l’indice e’ sceso a 45,5 punti da 46,2 (45 le attese), mentre in Italia e’ salito a 44,8 da 43,8 (43,4) e in Francia a 44,7 da 46,9 (44,4).
Oggi un messaggio in codice alle borsa di Francoforte e Parigi ricordatevi di cosa abbiamo parlato nella recente analisi “Euro fu siccome immobile”.
Mentre consiglio a tutti di rileggersi attentamente il post dal titolo Grecia Guerriglia e bombardamento mediatico assimilando il contenuto andiamo a dare un’occhiata a cosa accade in Germania sotto la gonna di Anghelina…
ROMA — «Quello che fa il governo tedesco, cioè dire alla Grecia che bisogna fare contemporaneamente le riforme e la politica di austerità, non ha alcun senso né politico, né economico. È chiaro che hanno bisogno di più tempo. Non posso sottoscrivere in toto la poesia di Günter Grass sulla Grecia, ma ha un argomento forte: non abbiamo dato ad Atene molte chance». Il giardino dell’Hotel de Russie è un luogo speciale per Gerhard Schröder. Fu qui, alle pendici del Pincio nella primavera del 2005, che l’allora cancelliere tedesco rivelò al suo ministro degli Esteri verde, Joschka Fischer, l’intenzione di voler giocare la carta delle elezioni anticipate. Fu l’inizio della fine per la coalizione rosso-verde: «Joschka era molto deluso, ma io non avevo altra scelta». Schröder perse quella scommessa solo in parte: Angela Merkel divenne cancelliera, ma fu costretta per quattro anni a governare insieme alla Spd. La ragione di quell’azzardo politico ci riporta direttamente all’oggi. Schröder aveva varato la più radicale e dolorosa riforma del welfare tedesco dai tempi di Bismarck. La base socialdemocratica era in rivolta. La Spd veniva punita in ogni elezione regionale. Per di più la Germania e la Francia, con il permesso dell’Italia, avevano ottenuto di poter violare senza pagar dazio i criteri di Maastricht. «Nessun governo in una democrazia può imporre riforme strutturali e allo stesso tempo attuare una politica di austerità, pena gravi tensioni sociali. Questa fu la situazione tedesca nel 2003. Io avevo appena realizzato l’Agenda, oltre 20 miliardi di euro di tagli e una severa riforma del mercato del lavoro. Ma non potevamo strozzare ulteriormente l’economia. Così abbiamo chiesto un margine più ampio nel rispetto dei criteri. Poi ho perso le elezioni, la signora Merkel ne ha approfittato, l’economia è ripartita, ma questa è un’altra storia. La lezione di allora è che un Paese come la Grecia ha bisogno di più tempo». CorrieredellaSera
La sintesi è che una parte del popolo tedesco ma soprattutto la sua leadership, i suoi politici che non sanno nemmeno dove si trova Berlino, hanno la memoria corta, ma la storia insegna che non si tratta solo di memoria la questione è molto più complessa, come il complesso di superiorita che ad ondate storiche alternate pervade i nipoti di Bismark.
Non è stato forse il buon Otto a dire che certa gente non mente mai così tanto come dopo la caccia, durante una guerra o prima delle elezioni. Vero Anghelina!
Politici, economisti, esperti di politica economica e internazionale contro Germania e Fondo Monetario Internazionale. Una vera e propria lettera aperta con tanto di firme finali e indirizzata alla cortese attenzione del Cancelliere tedesco, Angela Merkel e del Direttore del Fmi, Christine Lagarde. La Grecia, la crisi economica e politica che il paese ellenico sta attraversando, tengono in forte apprensione Ue, Eurozona e il resto del mondo.
Un’eventuale uscita degli ellenici dalla moneta unica, fatto ormai noto che non fa più notizia, porterebbe al disastro totale. Il diktat europeo, imposto dalla Germania, ma anche dal resto dell’Eurozona e dallo stesso Fondo monetario internazionale, è chiaro: la Grecia deve escogitare e adottare in tempi rapidi un piano per uscire dalla crisi del debito, in cambio di aiuti che l’Europa darebbe solo se il governo di Atene rispetta queste direttive. Un do ut des, detto, ridetto, risaputo e conosciuto a memoria, dieci volte meglio della tradizionale preghiera che si recita prima di andare a dormire. La lettera contesta duramente il diktat tedesco, appoggiato a pieni voti anche dal Fmi.
I contenuti sono stati pubblicati sul noto quotidiano tedesco, Dier Spiegel, il quale riporta espressamente alcuni passi importanti di quanto scritto in questa stessa epistola: “Diamo più tempo alla Grecia per salvare l’euro; occorrono flessibilità e spirito di compromesso. Un’uscita della Grecia comporterebbe una spaccatura, un crollo dell’Eurozona che porterebbe a una profonda recessione, a una nuova crisi finanziaria globale, distruggendo inevitabilmente il soft power europeo e il suo ruolo nel mondo. Per questo ci appelliamo ai leader politici europei, chiedendo loro di dare alla Grecia la possibilità di proiettarsi verso una crescita sostenibile all’interno dell’Eurozona”. Messaggio chiaro e dai contenuti molto forti, espliciti e che porta le firme di personaggi dell’economia e finanza come George Soros, il tedesco Hanz Eichel, in passato Ministro delle Finanze nelle fila dei socialdemocratici, Martii Anthisaari, ex Presidente della Finlandia, l’ex Presidente del Consiglio del Belgio, Jean Luc Dehaene e l’attuale leader della sinistra riformista magiara, Gordon Bajnai.
Fra le personalità italiane di spicco vi sono le firme dell’ex Presidente del Consiglio e Ministro, onorevole Giuliano Amato, dell’onorevole e leader storica del partito radicale, Emma Bonino, di Giuseppe Scognamiglio e dell’imprenditrice Luisa Todini. Uscire dalla crisi si può, una frase ripetuta migliaia di volte, ma un tale obiettivo è possibile solo con l’unità, la coesione e senza troppe divisioni. E’ l’esplicito invito che gli autori di questa lettera aperta indirizzano a Merkel e Lagarde, troppo dure e senza alcuna compassione per la Grecia e il suo popolo. Il troppo rigore potrebbe provocare conseguenze letali a Grecia e a tutta l’Unione Europea. Lo spauracchio, quello con la S maiuscola, continua a fare capolino all’angolo della strada. Corriereinformazione
Parole al vento il destino dell’Europa è ormai chiaro! Più che guardare a Berlino consiglio tutti di guardare a Francoforte, ieri Draghi ha lanciato un macigno, un messaggio chiaro!
Chi ha orecchie per intendere intenda … gli altri continuino a comprare wurstel wagen!
mmyg