I Bambini di Cold Rock

locandinaEx cittadina mineraria nella zona nordoccidentale del Pacifico, Cold Rock è abitata da una comunità sconvolta dalle inspiegabili sparizioni dei suoi bambini, svaniti nell’aria senza lasciare la minima traccia. Per alcuni, colpevole delle scomparse sarebbe un non meglio identificato “uomo alto”, tremenda figura che qualcuno giura di aver visto nel bosco al tramonto. Julia Danning, una risoluta infermiera che fa il possibile per tenere uniti i cittadini terrorizzati, reputa la storia una superstizione fino a quando, una sera, non assisterà al rapimento del suo bambino.
Notevole thriller con risvolti di dramma psicologico, insolito e coinvolgente dal punto di vista emotivo, con una fotografia impressionistica e “oscura”, un taglio registico quasi documentaristico e “secco” di difficile classificazione. Ricorda per certi versi l’ottimo thriller spagnolo “Nameless” del regista Jaume Balaguerò, dove la violenza e l’orrore si percepiscono come una presenza incombente e pesante ma non si esplicitano praticamente mai.
Nulla è come sembra, tutto è diverso da come viene descritto, gli eroi sono i mostri e i mostri in fondo credono di essere degli eroi, il tutto raccontato senza presa di posizione da parte del regista che alla fine lascia allo spettatore la scelta di decidere cosa è giusto e cosa non lo è.
Ottima prova del regista francese Pascal Laugier in trasferta americana, già distintosi con lo sconvolgente Martyrs, film crudo e “terribile” criticato per l’eccesso di “macelleria” e così differente da questa ultima fatica, ma anche per certi versi, non troppo distante.

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