Da L’occidentale.it
Berlusconi a Bari. Ultima chiamata per Bersani, schiaffi per Prodi e Vendola

Bari. Piazza Vittorio Emanuele è gremita, decine di migliaia di persone fin sotto il Teatro Piccinni aspettano Silvio Berlusconi, che non delude e non è deluso dai pugliesi. Da tutta la Regione militanti e sostenitori del Pdl raggiungono il capoluogo, per il secondo bagno di folla del Cavaliere dopo la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma del 23 marzo scorso. “Tutti in piazza con Silvio”, si protesta contro la oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria. Gli striscioni recitano “Governo forte o elezioni subito” e “Felicemente impresentabili”.
Il Cav. scherza su Prodi, “Era il mia candidato preferito” e poi affonda “Con lui Presidente della Repubblica ci toccherebbe andare all’estero”. E’ il Berlusconi pronto al voto che guarda a Bari come “il primo comizio della campagna elettorale”, annuncia che vuole ricandidarsi, e guardando ai sondaggi favorevoli (“siamo al 34 per cento”) per infiamma i suoi dicendo: “Abbiamo fermato D’Alema, Prodi e le sue tasse, Veltroni e la sua melassa buonista, ed ora abbiamo fermato Bersani che diceva di vederci dal binocolo”. Ma c’è anche il Berlusconi pronto al dialogo “a entrare in un governo di coalizione con il Pd e a indicare insieme il presidente della Repubblica” nonostante il Pd abbia detto no e stia tentando di prendersi tutte le cariche istituzionali, “mettendo la democrazia sotto i piedi”.
“Ci sono due strade, caro Bersani: o dialogate con noi, scegliete con noi il capo dello Stato e formate un nuovo governo o la gravità della situazione esige che si torni subito al voto. Bisogna farlo già a giugno, senza perdite di tempo. Il Paese, le imprese e le famiglie non possono più aspettare”. E poi: “Caro Bersani l’unico cambiamento possibile è un governo solido e liberale per fronteggiare la crisi e sconfiggere la povertà”.
Il Cav. è un fiume in piena, “Siete in tanti, siete un fiume che non finisce, ritorno con la memoria nel’94, allora vincemmo, dobbiamo vincere anche questa volta…”, la Tares è una stangata, i grillini “una banda di dilettanti allo sbaraglio, sospesi tra impreparazione e improvvisazione. Fanno venire i brividi”. Li bolla come “turisti a cinque stelle della democrazia guidati come burattini dalla premiata ditta Grillo-Casaleggio che smentisce qualsiasi loro affermazione”.
Ce n’è per la magistratura che usa la giustizia per fare politica e per il presidente Vendola. “Caro Fitto, io e te abbiamo sbagliato perché dobbiamo imparare da Vendola a fare gli imputati, lui sì che sa farlo bene visto che fa l’imputato andando a pranzo amichevolmente con il magistrato. Ci sono le foto, e io mi domando che cosa sarebbe successo se lo avessi fatto io”.
Marco De Palma