Da Il Corriere della Sera
Nega la comunione a bimba disabile
I genitori: andiamo dall’avvocato
Il parroco Don Rocco: «Avevo avvertito la famiglia di seguire i corsi di catechismo». Interviene il vescovo

MONSIGNOR D’ALISE – Della vicenda si è interessato anche il vescovo della diocesi di Ariano Irpino, monsignor Giovanni D’Alise, che oggi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il sacerdote. «Foglie secche» ha infine minimizzato don Rocco. «Come dicono a Napoli? Fuscelle…». Intanto la famiglia è pronta a farsi valere a suon di carte bollate pur di assicurare la somministrazione del sacramento alla figlia.
LE RAGIONI DI DON ROCCO – «I sacramenti, a cominciare dall’eucarestia – ha anche spiegato don Rocco – non vengono e non possono essere negati in ragione della condizione fisica e mentale dei fedeli ma impongono, a quanti intendono accostarsi e riceverli una sufficiente consapevolezza». «La mia intenzione è quella di aiutare la bambina e i genitori: da tempo li sollecito a frequentare la parrocchia, a partecipare ai corsi preparatori del catechismo ma non si sono mai fatti vedere. Ho deciso così di mandare loro un segnale che faccia riconsiderare il loro comportamento: non c’è alcun tentativo discriminatorio, più semplicemente anche questa famiglia, al pari delle altre della nostra comunità, deve sentirsi impegnata in un cammino che, liberamente scelto, impone la cristiana consaopevolezza e la dovuta considerazione dei sacramenti».
UN PRECEDENTE – I genitori della bambina non concordano però con il parroco, protagonista negli anni scorsi di una vicenda analoga nella quale la comunione venne rifiutata ad un altro bambino affetto da gravi disabilità, e il loro disappunto è aumentato quando don Rocco ha negato il nulla-osta per far celebrare la funzione in una chiesa di un paese vicino; per questo, si erano detti disponibili i frati Mercedari del santuario di Carpignano, a Grottaminarda, ma don Rocco è stato irremovibile: niente permesso fino a quando la famiglia, insieme alla bambina, non saranno pronti per ricevere il sacramento, dopo cioè aver frequentato il corso di catechismo.
«SOLITO POLVERONE MEDIATICO» – L’avvocato chiamato dalla famiglia sta studiando le possibili azioni legali che sembrano però non spaventare il sacerdote finito nella polemica che sta divampando e dividendo la piccola comunità di Melito Irpino. «È il solito polverone mediatico – dice don Rocco- al quale si sta prestando anche questo avvocato ingaggiato dalla famiglia: se correttamente mi avesse interpellato, gli avrei spiegato come stanno le cose. Facciano pure»