integrazione, cassa, sì ma da morto!

Il tribunale di Al-Khobar, in Arabia Saudita, ha condannato un libanese e un saudita al carcere e alla fustigazione per aver portato una ragazza ad abbracciare il cristianesimo e averla aiutata a fuggire dal Paese.
Il primo, secondo il tribunale avrebbe organizzato l’operazione ed è stato condannato a sei mesi di carcere e a 300 frustate. Il complice saudita invece due anni e 200 frustate. Entrambi erano colleghi della ragazza in una compagnia di assicurazioni.
Come riporta AsiaNews, il caso è iniziato lo scorso luglio ed è stato molto seguito in Arabia Saudita. Nel Paese infatti il reato di apostasia può essere punito con la pena di morte.
La donna è ora rifugiata in Svezia e l’ambasciata saudita sta cercando di convincere le autorità svedesi a farla tornare indietro. Ma la neo cristiana, protetta da alcune Ong, non sembra intenzionata a tornare e ha spiegato che la sua conversione è stata spontanea, senza costrizioni.
In Arabia Saudita solo il cinque per cento della popolazione si professa cristiana e la legge radicale islamica impone che i cittadini o lavoratori cristiani non possano celebrare i loro culti pubblicamente ma solo in forma privata.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *