Nell’ambito della progettazione di un nuovo prodotto si devono definire anche i metodi con cui questo prodotto verrà costruito, per esempio nel caso di una automobile bisognerà organizzare la catena di produzione in funzione dei tempi di montaggio dei singoli componenti, della complessità di montaggio degli stessi; si dovrnno curare i metodi di realizzazione di ogni particolare in modo che arrivi alla catena di montaggio in tempo e mille altre cose; fare in modo che tutte le azioni che serviranno alla costruzione del prodotto si svolgano in maniera sincronizzata e col minor spreco di tempi e risorse si chiama INTRAMOENIA; e oggi scopriamo che il governo vuole regolamentare l’intramoenia nella sanità. Bene. Dice il governo:
Intramoenia
Le aziende sanitarie devono procedere a una definitiva e straordinaria ricognizione degli spazi disponibili per le attività libero-professionali ed eventualmente possono, con un sistema informatico speciale, utilizzare spazi presso strutture sanitarie esterne, ovvero autorizzare i singoli medici a operare nei propri studi.
Ma come, ci sono arrivati adesso? No, non è così: il concetto di intramoenia era già previsto nell’organizzazione dell’SSN, ma dal tono sembra che sia un’innovazione di questo esecutivo. Non mi pare onesto. Magari potrà, questo governo, rivendicare il fatto di aver reso esecutiva l’intramoenia, ma non di averla introdotta come innovazione. Tuttavia pare che sia intenzionato ad introdurre, salvo che le pressioni della lobby dei medici non spaventi questo pavido governo di pecore, l’estensione delle prestazione del medico di famiglia 7 giorni su 7; veramente una buona cosa, così almeno si avvicinano le prestazioni del medico di base all’enorme costo che dobbiamo sostenere per i loro interventi.
Viene confermata l’assistenza primaria garantita 24 ore su 24 attraverso le associazioni dei medici di base. «Viene demandata alle Regioni la disciplina delle unità complesse di cure primarie privilegiando la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione». Questi ambulatori «operano in coordinamento e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere, con la presenza di personale esercente altre professioni sanitarie già dipendente presso le medesime strutture, in posizione di comando ove il soggetto pubblico incaricato dell’assistenza territoriale sia diverso dalla struttura ospedaliera». Tra i punti qualificanti del progetto di riordino delle cure primarie è confermata «l’integrazione mono-professionale e multi-professionale per favorire il coordinamento operativo tra i medici di medicina generale in tutte le loro funzioni, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, anche attraverso la costituzione di aggregazioni monoprofessionali (aggregazioni funzionali territoriali) e multiprofessionali (unità complesse di cure primarie), secondo modelli individuati dalle singole Regioni anche al fine di decongestionare gli ospedali (in un contesto di stretto coordinamento)».
Nonostante i provvedimenti del “decreto sulle legge sanità” siano stati ridotti a 16 dei 27 previsti a causa delle proteste di lobby e corporazioni varie, i medici di base e i pediatri hanno annunciato uno sciopero a oltranza.