La meglio sanità

 

da Libero.it

RIFORMA MONTI

Sanità, la pagheremo Ecco come sarà

Le cure saranno pagate in base al reddito: tagli per 26 miliardi e addio ticket 

Con il governo Monti anche la sanità pubblica così com’è oggi potrebbe diventare un lusso. “Il momento è difficile e la crisi ha impartito lezioni a tutti, il sistema di cui andiamo fieri potrebbe non essere più garantitop” ha detto il premier Mario Monti durante una conferenza stampa a Palermo. Parole che ovviamente hanno scatenato il putiferio e su cui è arriva una precisazione da Palazzo Chigi che garantisce che la sostenitbilità del servizio pubblico è garantita. “Per il futuro è però necessario -spiega la nota –   individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e   organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie”.  “In sintesi – si legge- il presidente non ha messo in questione   il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensì,   riferendosi alla sostenibilità futura, ha posto l’interrogativo   sull’opportunità di affiancare al finanziamento a carico della   fiscalità generale forme di finanziamento integrativo. Inoltre, egli   ha voluto sollecitare la mobilitazione di tutti gli addetti ai lavori,  così come degli utenti e dei cittadini, per una modernizzazione e un   uso più razionale delle risorse”.

Quanto pagheremo Le parole del presidente del consiglio sono probabilmente da mettere in relazione con il progetto del ministro della salute Renato Balduzzi di una  uova forma di compartecipazione dei cittadini. Si basa su una franchigia che sarebbe del tre per mille. Per chi guadagna ad esempio 20 mila euro sarebbe di 60 euro, o di 300 per chi ne guadagna 100mila all’anno. Il cittadino dunque pagherebbe la prestazione sanaitaria con tariffe simili a quelle dei ticket fino a raggiungere la franchigia. Ma al ministero per evitare che qualcuno, una volta raggiunto il proprio limite massimo di spesa, possa richiedere prestazioni a quel punto grauite, che non servono e generare una spesa inutile, si pensa a un ticket per far contribuire chi fa visite o esami inappropriati. Ma da solo questo sistema non basta. Biosognerà fare grossi interventi di risparmio delle Regioni da cui i servizi saniatari rischiano di riuscire ridimensionati. E magari sarà necessario aumentare le persone con un’assicurazione sanitaria che nel nostro Paese sono 11 milioni.

Balduzzi precisa  Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni del premier interviene e dice: “Mi preme precisare che il   Governo attualmente crede che il Servizio sanitario sia economicamente  sostenibile attraverso operazioni di riorganizzazione e  ristrutturazione che non sono tagli ai servizi, ma sono la loro   ottimizzazione. Se continuiamo a parlare di tagli del Governo,  ingeneriamo nell’opinione pubblica una situazione di incertezza”.    Balduzzi ha comunque ribadito la necessità di ristrutturare il   sistema. Se non si troveranno alternative, infatti, “dal 1 gennaio del  2014, sulla base di scelte effettuate nel 2011 dal precedente Governo,  noi avremo 2 miliardi di nuovi ticket aggiuntivi. Personalmente – ha   ripetuto – penso che questo non sia sostenibile. Sarebbe insostenibile  per il sistema, insostenibile per i cittadini, insostenibile in sé in  quanto incentiverebbe molti cittadini ad andare a cercare altri nuovi   ticket. Alcuni farebbero fatica a pagarli e quindi verrebbe messo in   discussione proprio il loro accesso al diritto alla salute, altri  andrebbero a cercarsi la soddisfazione delle prestazioni altrove, nel   privato, e questo finirebbe per diminuire e indebolire il servizio   sanitario nazionale”.

Io mi domando come sia stato possibile che milioni di persone abbiano creduto che uno stato potesse garantire la sanità per tutti. Milioni di persone in europa si erano illuse di poter contare sulla sanità pubblica, sulla sanità di stato; paghiamo tutti un po’ per avere tutti tutto. Ma questo è un paradosso, non ci vuole un nobel in economia per capirlo, basta il buon senso: il medico e i suoi strumenti vanno pagati; o lo facciamo direttamente e paghiamo x, o mettiamo in mezzo lo stato e paghiamo x + il costo della struttura statale preposta alla gestione della cosa. E’ ovvio, è chiaro, è palese che nel secondo caso i costi levitano e la tassazione deve levitare di pari passo per allinearsi al maggior fabbisogno di denaro; ma tassazione più alta significa inevitabilmente minore sviluppo e perdita di competitività, che restringe la base imponibile e un conseguente, inevitabile nuovo aumento della pressione fiscale. Questa spirale non può essere mantenuta all’infinito, e prima o poi si arriva alla non sostenibilità. Oggi Monti ci ha detto che siamo in area di rigore: o si cambia o salta tutto. Era prevedibile, andava previsto.

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