Di Tommaso Montesano su Libero
Le nuove agende al Senato: sono in pelle di contribuente
Il governo taglia il fondo per abbassare le tasse, ma in Parlamento sono altri sprechi. Bando milionario per la cancelleria

La lista di Montecitorio – In futuro, quindi, i 630 deputati avranno a disposizione oltre cinquanta agende a testa, mentre i 315 senatori – più i senatori a vita – ne riceveranno addirittura una settantina. In tempi di lotta agli sprechi e di sacrifici chiesti ai cittadini, il Parlamento allenta i cordoni della borsa sulle agende. Prima di Natale, Montecitorio ha fatto la sua parte compilando la lista della spesa: 23mila agendine settimanali in pelle, complete di diario speciale, indirizzario della Camera e rubrica telefonica; 2.100 agende in materiale sintetico; 3.500 agende da tavolo in simil-pelle per ufficio; 1.200 sempre da tavolo ma settimanali; tremila da tavolo, settimanali e in pelle. Quest’ultime complete, naturalmente, di diario speciale, indirizzario e rubrica telefonica.
Bando di gara – A Palazzo Madama, evidentemente, non volevano essere da meno se nei giorni scorsi è partita ufficialmente la gara per l’affidamento in appalto, per un periodo di due anni rinnovabile per ulteriori due, della commessa per le nuove agende del Senato.
Il primo passo lo ha compiuto, lo scorso 8 marzo, il collegio dei questori, cui secondo il regolamento del Senato spetta sovraintendere ai «servizi» di Palazzo Madama, dando il via libera al “concorso”. Il bando è stato pubblicato lo scorso 11 aprile sulla serie speciale della Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana e, cinque giorni prima, sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Con l’atto, il Provveditorato-ufficio per le gare e i contratti di Palazzo Madama ha avviato la procedura per la fornitura delle agende riservate «all’amministrazione del Senato della Repubblica».
I due colori del Senato – I concorrenti dovranno produrre «quattro campioni, uno per ogni modello di agenda, in entrambe le versioni, nera e rossa». Esemplari che saranno valutati da un esperto del settore nominato una volta scaduti i termini per la ricezione delle offerte. L’impresa che si sarà aggiudicata l’appalto dovrà essere in grado, al termine dei due anni di produzione, di stampare complessivamente 44mila agende. Vale la pena ricordare che cinque anni fa, nel luglio 2007, Palazzo Madama annunciò che per la fornitura di quattro anni (relativa al periodo 2009-2012) il costo totale per la stampa delle agende superò di poco il milione di euro.