La Rivolta di Haymarket

L’Unità: 1° maggio la festa senza il lavoro.

Il Fatto Quotidiano: nessun interesse per il 1° maggio, preferisce attaccare Berlusconi sull’ICI che fu “sbagliato abolire”.

Repubblica Primo Maggio con l’ansia del lavoro.

Dico la verità, il 1° maggio, a differenza del 25 aprile,  è una festa che sento, ma per motivi del tutto diversi da quelli della sinistra fagocita-anniversari. La sinistra classista e demagogica si appropria senza titolo di una ricorrenza non sua traducendola come “festa dei lavoratori” dando ad intendere, sopratutto alle nuove generazioni e a coloro meno difesi sul piano intellettuale, che sia una festa dove la sinistra vuole richiamare l’attenzione ai problemi del lavoro in favore dei lavoratori. E richiama l’attenzione, ma non già per proporre soluzioni, non già per spronare ad una intesa forte di tutti i soggetti che recitano in questo contesto; richiama l’attenzione per enfatizzare il classismo, le divisioni lavoratore-datore di lavoro. La sinistra si alimenta con la contrapposizione, trae energia dalla divisione e dal disordine, vuole la lotta! Tutto viene ridotto in termini di LOTTA, non c’è accordo c’è la lotta! La contrapposizione, la guerra! Scrive oggi L’Unità:

Tre storie, tre esempi di come in Italia il lavoro stia diventando un miraggio. Da Sud a Nord, uomini e donne combattono per averlo

“Combattono per averlo” il lavoro, loro il lavoro non lo cercano, non lo chiedono, loro COMBATTONO! Per la sinistra se il lavoro manca non ci si mette a spremersi le meningi per crearlo, per creare  condizioni  che portino le aziende esistenti a prosperare e nuove aziende a nascere, no, per la sinistra si lotta, si combatte! Ma contro chi combattono? Per ottenere cosa? Allora aveva ragione Mussolini, che per altro veniva dalla sinistra, quando diceva “occorre spazio vitale”, e con la lotta, con la guerra, occupò l’Africa creando nuove opportunità di lavoro. Scrive oggi L’Unità:

basta social network, riprendiamoci le piazze

Certamente! E come si può lottare, combattere con serietà sui social network, bisogna tornare nelle piazze, con le spranghe, con i centri sociali e con i black-block, altro che social net work. Questo manifesta la primitività della sinistra, violenza, ignoranza e retorica demagogia sono il pane quotidiano della sinistra che si inventa ricorrenze che non esistono come il 25 aprile per ricordare i “combattenti per la libertà” e snatura il 1° maggio per “combattere per il lavoro”.

Questo quadro di Giuseppe Da Volpedo mi ha sempre affascinato, in quei volti rivedo i miei genitori e  coloro che furono protagonisti nella la mia infanzia, rivedo il mondo vero e duro della gente semplice da cui mi onoro di provenire; ma è ora di passare oltre, è ora di capire che la barca è una: fuori di essa c’è il mare, non si può scendere e remando ognuno in una diversa direzione non si va da nessuna parte.

mmyg

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