Ladro di calze

infermiereAncora una volta ho potuto constatare la dissimmetria tra l’efficienza della sanità emiliana dovuta allo zelo degli operatori e i protocolli sanitari che, se seguiti alla lettera, impedirebbero ogni cosa. Lunedì ho subito l’intervento all’ernia inguinale, niente in tutto, ma ancora una volta le operatrici, si perchè non ho visto un solo uomo tra il personale sanitario: infermiere, anestesista, e lo stesso chirurgo erano tutte donne, quindi posso parlare solo di operatrici, si sono rivelate più che all’altezza e, francamente, molto francamente, la cosa mi ha fatto un gran piacere perchè l’impegno che lor signore profondono nella professione mi pare un tantino migliore. Si comincia con la depilazione (che già avevo fatto ma che non è stata ritenuta sufficiente) e subito la prima violazione: mi spiega l’infermiera che questa cosa avrebbe dovuta farla solo dopo la fine dell’intervento che mi precedeva, ma così facendo si sarebbe perso inutilmente tempo senza nessun beneficio, quindi mentre era sotto una signora, a me giù di rasoio. Mi ha depilato una signora sulla cinquantina   e durante lo sfoltimento pilifero il fenomeno dell’alzabandiera ha ritenuto di far bella mostra di se. La cosa non mi ha per niente imbarazzato, tuttavia ho creduto educato scusarmi e la signora, con gran tatto e gentilezza mi ha detto di non preoccuparmi perchè “capita qualche volta”; ma dal tono della voce e dall’espressione ho capito che in fondo ne è stata lusingata: anche se sulla cinquantina riesce ancora a fare effetto. Seconda “violazione”, l’ordine degli interventi: Quella mattina c’erano quattro ernie e un paio di cisti ma l’ordine con cui fare gli interventi era del tutto assurdo: io primo, poi una cisti, poi una donna con ernia, poi una cisti,  poi la altre due ernie. Ci è stato chiesto di raggruppare gli interventi per non stravolgere la preparazione della sala operatoria, evidentemente diversa per i due tipi di intervento; abbiamo naturalmente accettato e a me è stato chiesto di far passare davanti la signora perchè volevano aver più tempo per monitorare il decorso post operatorio, visto che entro le 20.00 al massimo saremmo stati dimessi tutti: “nessun problema, andrò per secondo” ho risposto. Ma mi sono fatto molte domande. Tocca a me, gentilissime tutte queste donne mi preparano per l’intervento, prima di fare qualsiasi cosa spiegano cosa faranno, come lo faranno e cosa succederà dopo che lo avranno fatto; bellissime (e tante) braccia femminili tutto intorno a me, che mi coccolano, mi rincuorano nonostante i batti cardiaci siano a 70, mi viziano…bellissimo! Solo le donne ti accarezzano, ti tengono la mano, sarà l’istinto materno o chissa cos’altro ma se fossero stati maschi  non mi sarei divertito tanto, anche perchè se un maschio si azzarda ad accarezzarmi la faccia gli tiro un gancio nei denti che gli passa la voglia subito! Dopo un’oretta e mezzo è tutto finito e mentre io esco dalla sala operatoria sulla barella incontro la barella col mio vicino di letto che mi chiede “tutto a posto?” “Vai tranquillo” gli rispondo, “nessun dolore, te la godi e basta!” Mi confermerà poi di essersela goduta anche lui. Ricomincia la questua delle infermiere: “se deve andare in bagno chiami, se sente dolore lo dica subito, fra poco le facciamo mangiare qualcosa”…sante donne! Terza “violazione”: le calze contenitive. Prima dell’intervento ci hanno fatto indossare delle lunghe calze, molto simili ai collant, per prevenire eventuali trombosi dovute all’artificiale fluidificazione del sangue necessaria, presumo,  per l’intervento; ebbene queste calze sarebbero da restituire dopo un paio di giorni ma ci hanno detto “tenetele care, in caso di flebite vi saranno molto utili, sono molto costose.” Come all’epoca del ricovero di mio figlio, anche stavolta vedo che solamente grazie allo zelo personale le cose funzionano. Ma possibile, mi domando, che con tutti i soldi che paghiamo per la sanità ci si debba appoggiare alla coscienza degli operatori? Mi piacerebbe passare una settimana con queste persone per vedere quanti casini risolvono giornalmente, quanti bastoni tra le ruote rimuovono giornalmente; dove c’è la malasanità, ne sono convinto, c’è perchè i personale non profonde lo stesso extra-impegno che ho conosciuto io, tuttavia non li biasimo: gli operatori sanitari DEVONO essere messi in condizione di operare al meglio, si tratta di gente che devve essere concentrata su quello che fa e non devono dover risolvere inefficienze che non competono loro. Sono entrato al Day Surgery alle ore 7:00 e una giovane infermiera ha raccolto i miei dati e mi ha assegnato il letto, la stessa infermiera alle ore 16:30 mi ha cambiato la medicazione, le ho chiesto “ma ti pagano lo straordinario?” Ha risposto con un sorriso. Non deve funzionare così!

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