Lega Nord, il tesoriere Belsito indagato per appropriazione indebita e truffa

Da Il Fatto Quotidiano

L’inchiesta è coordinata dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. I pm: “Tesoreria opaca dal 2004”. Illeciti commessi anche da sottosegretario nell’ultimo governo Berlusconi. Indagini sull’ultimo rimborso elettorale di 18 milioni di euro

La sede della Lega in via Bellerio

Rendiconti irregolari dei rimborsi elettorali, investimenti di fondi in Tanzania Cipro, edenaro del partito usato per pagare le spese dei familiari di Umberto Bossi. Emerge anche questo dalle intercettazioni telefoniche che hanno contribuito a formulare le ipotesi di truffa ai danni dello Stato e finanziamento illecito ai partiti a Milano e riciclaggio a Napoli e Reggio Calabria dove spuntano possibili collegamenti con la criminalità organizzata a carico di Francesco Belsito, tesoriere della Lega Nord, che ha già ricevuto l’avviso di garanzia ma ha garantito che i fondi dalla Tanzania sono tornati sui conti della Lega due mesi fa. Secondo i pm la Tesoreria della Lega è “completamente opaca” dal 2004.

Belsito per ora risulta l’unico politico indagato e avrebbe avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi. Gli investigatori chiariscono, però, che “non si tratta del nuovo Lusi“. Per il reato di appropriazione indebita, la Lega potrebbe essere parte lesa, mentre per il reato di truffa, gli inquirenti stanno valutando l’utilizzo non trasparente dei fondi. Si stanno effettuando accertamenti anche sull’ultimo rimborso elettorale, erogato al partito lo scorso agosto, di circa 18 milioni di euro. Nel rendiconto 2010 per gli inquirenti vi è “prova della falsità”: Belsito abbia violato la legge sul finanziamento ai partiti del 1999 e ingannato i presidenti di Camera e Senato mettendo in atto una truffa ai danni dello Stato (gestione “in nero” dei fondi) presentando rendiconti irregolari.

Le indagini hanno portato questa mattina Carabinieri e Guardia di Finanza nella sede del partito in via Bellerio, a Milano. Insieme ai carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico di Roma c’è il pm napoletano Henry John Woodcock che ha lasciato la sede senza rilasciare dichiarazioni.

Indagati anche i due uomini d’affari Paolo Scala e Stefano Bonet e altre cinque persone. Si tratta dell’avvocato Bruno Mafrici, nato a Malito Porto Salvo (Reggio Calabria), ma residente a Milano in via Borgogna, Romolo Girardelli, procacciatore di grandi affari, detto “l’ammiraglio”;  Lisa Trevisan, Leopoldo Caminotto e Nadia Arcolin. Le perquisizioni hanno, tra gli altri, riguardato la Effebi immobiliare, con sede a Genova, di cui Girardelli è risultato socio di Belsito attraverso il figlio Alex Girardelli, la Marco Polo Triveneto Srl a San Donà di Piave (Ve) e laPolare Scarl, riconducibile a Stefano Bonet, del cui sportello genovese, secondo l’accusa,Romolo Girardelli risulta essere responsabile. Gli otto sono indagati per riciclaggio e Girardelli con l’aggravante di avere agevolato la cosca dei De Stefano. In tutto sono in corso circa 40 perquisizioni, anche nelle abitazioni degli otto indagati. Tra queste, a Genova, città d’origine di Belsito, alla sede del Sindacato padano Sin.pa. a Milano, e all’ufficio della società Polare del gruppo Bonet. Tutte le perquisizioni sono coordinate dal ‘Capitano Ultimo’ Sergio De Caprio. Presente oltre a Woodcock anche il pm Vincenzo Piscitelli. Gli inquirenti hanno rintracciato dati e materiale importante nel corso delle perquisizioni nei pc di Belsito e della Siram e molti degli indagati si sono detti disposti a collaborare.

Risulta inoltre coinvolta la Siram Spa, grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali, che avrebbe ricevuto “erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta” nella misura del 40% di costi che ha sostenuto nel settore della ricerca e dello sviluppo. Una seconda bufera per il Carroccio dopo lo scandalo del vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni. Tra i dirigenti del partito, il primo a parlare è Roberto Maroni che ha dichiarato: “Belsito faccia un passo indietro. E’ il momento di cogliere questa occasione per fare pulizia”. L’ex ministro ha poi ricordato di avere già “chiesto in un consiglio federale che ci portassero i conti, che si facesse chiarezza e si facesse un passo indietro”, ma ha poi aggiunto di essere stato “inascoltato da chi doveva decidere”. In giornata si terrà una riunione dei vertici della Lega.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *