Dal sito della CGIL
Servono nuove regole per la rappresentanza e la democrazia nelle aziende: la CGIL ha inviato a CISL e UIL e alle controparti imprenditoriali una proposta per:
– stabilire in maniera certa la rappresentatività delle OOSS tra i lavoratori;
– generalizzare la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU), i cui delegati devono essere scelti attraverso libere elezioni da parte di tutti i lavoratori;
– garantire e rendere vincolante il voto dei lavoratori per l’approvazione delle piattaforme, il mandato a concludere le trattative e decidere le intese raggiunte.
La CGIL propone, che queste regole una volta definite unitariamente e con le controparti, siano tradotte in legge, applicando l’art. 39 della Costituzione italiana e garantendo l’erga omnes dei contratti collettivi nazionali del lavoro.
Sto divorando quel testo di diritto costituzionale che dovrà contribuire alla formazione giurisprudenziale di mia figlia e di coloro che come lei hanno scelto quella via. E le sorprese non mancano. Nel capitolo relativo alle “situazioni giuridiche soggettive del diritto costituzionale” si parla delle “singole libertà costituzionali” tra cui la libertà d’associazione; non starò ad elencare la varie forme di associazionismo e le relative lunghissime disamine e spiegazioni, ma mi fermerò sul un particolare tipo di associazione: l’associazione sindacale. Sentite:
…La registrazione (art. 39 comma 2 Cost.), peraltro, può essere ottenuta a condizione che lo statuto preveda un ordinamento interno a base democratica (art. 39, comma 3, Cost.). Ciò significa, ovviamente, che la registrazione porta con sé un controllo pubblico sull’associazione sindacale, seppur a motivo della rilevanza generale degli atti (i contratti collettivi) che essa ha il potere di concludere. Ne consegue che, come si disse allora, i sindacati preferirono rinunciare alla registrazione pur di non sottostare ai controlli pubblici sulla loro organizzazione interna, facendo operare per se stessi esclusivamente la generale previsione del comma 1 dell’art. 39 organizzando i lavoratori in associazione non segreta né armata…
La CGIL dunque starnazza di democrazia, dice che i delegati devono essere scelti con libere elezioni da parte di tutti i lavoratori, denuncia che nelle azienda la democrazia sia scarsa, detta linee guida citando l’art 39 della costituzione che essa stessa contravviene per evitare quel “controllo pubblico” sullo stato della sua democrazia interna. In queste mani sono i lavoratori.