L’Italia bizantina e comunista ha la “Legge”

Si parla in questi giorni della Robin Tax, l’addizionale IRES che grava sulle imprese del settore energetico, e che per legge queste non avrebbero dovuto caricare sui loro clienti. La Tavola della Legge vieta di “traslare l’onere della maggiorazione d’imposta sui prezzi al consumo” e nomina guardiano di questo comandamento l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Questo modo di ragionare, questo tassare le aziende ed impedire di trasferire i ricarichi sui clienti, sembra venuto fuori dal manuale del PERFETTO COMUNISTA, ma purtroppo, come si è visto, documentato e finalmente capito, il mercato non può essere regolato da “leggi” come queste, può e deve essere regolamentato per assicurare la concorrenza per esempio, ma non può essere imbrigliato in da leggi contraddittorie: sarebbe come proibire il raffreddore per legge!

 L’Italico bizantinismo che ha purtroppo preso il posto del romano pragmatismo (ancora in voga con ottimi risultati nei paesi anglosassoni), vomita enormi quantità di inutili leggine, che si escludono a vicenda, creando il più totale “caos regolamentativo” che mai si sia visto a memoria d’uomo; ed è tutto nostro, tutto italiano. Qualche volta, in quei rari momenti di lucidità che questa Italia malata di alzheimer riesce a produrre, nominiamo dei “ministri per la semplificazione” che tagliano migliaia e migliaia di leggi e leggine ma, purtroppo, i risultati non si vedono. 

L’Italia deve crescere, maturare, gli italiani devono farsi una ragione del fatto che le favole social-comuniste della FIOM/CGIL possono portare solo alla distruzione,  devono farsi una ragione del fatto che dovranno divenire sempre più concorrenziali non solo come nazione, ma anche e sopratutto a livello individuale, devono farsi una ragione del fatto che chi è adattabile vince, che solo chi riesce ad adeguare velocemente le proprie leggi in funzione dei cambiamenti che via via intervengono può sopravvivere. L’Italia deve, con grande sforzo di umiltà, ammettere che “accà tutti sono fessi”, che le “americanate” non esistono mentre esistono, e sono viepiù dannose, le “italianate” come la pretesa di regolare il mercato per legge.

Non credo però che questa nazione riuscirà a pervenire a tanto. Troppi e troppo mediaticamente potenti sono i cattivi maestri, che padroni nell’arte retorica riescono a manovrare masse con le sinapsi indolenzite da decenni di frottole. Le nuove generazioni hanno capito che il sistema Italia non funzione, ma su di esse non possiamo contare, preferiscono andare all’estero piuttosto che tentare una ricostruzione della nazione, già di per sé difficile, e in più con i bastoni fra le ruote che noi vecchi creduloni gli porremo ad ogni piè sospinto. Come biasimarli, come pretendere aiuto da loro, con che faccia di bronzo si può chiede loro di credere in una Italia pregna di lavoratori super garantiti e inefficienti, che lega loro e le loro capacità nel canapo delle caporalato sindacale e delle baronie dirigenziali.

Meritocrazia, sacrificio, adattabilità, professionalità, competenza, intraprendenza sono le parole d’ordine per vincere, a tutti i livelli,  a livello politico oltre a questo, bisogna che si capisca l’equazione bassa spesa + basse tasse = grande sviluppo. Non  con la legge e con i guardiani della legge si creano prosperità e benessere.      

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *