La CGIA di Mestre, denunciando che una PMI su due non riesce a pagare gli stipendi alla scadenza, fornisce questi preoccupanti dati sull’incremento dei protesti relativi alle PMI stesse dal 2007, regione per regione, qui riporto dati parziali :
- Umbria + 46%
- Abruzzo + 34%
- Piemonte +6,8%
- Lombardia -3%
- Emilia Romagna -2,6
- Italia +12,8%
Nel report della CGIA si legge altresì:
Assegni bancari o postali, cambiali, vaglia o tratte: le imprese fanno sempre più fatica ad onorarli e così i protesti hanno subito un aumento molto consistente. Dall’inizio della crisi i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%, mentre le sofferenze bancarie in capo alle aziende hanno fatto registrare un’impennata spaventosa: + 165%. Alla fine del 2012 l’ammontare complessivo delle insolvenze ha superato i 95 miliardi di euro
Con tutti questi problemi sulla padella che richiedono immediata e pronta soluzione, che richiedono veloci e decise manovre per la crescita noi siamo senza governo, allo sbando più totale. Le inutili elezioni appena svolte non sono servite a nulla come su queste pagine avevamo facilmente previsto, così, nel momento in cui servirebbe una guida forte e capace, abbiamo un parlamento di vecchi dinosauri della politica che pensano solo agli interessi di partito e delle caste che li comandano impastati con i neoparlamentari grillini, per lo più giovanotti con la testa tra le nuvole, in sostanza delle uova che non sanno nemmeno che esistono due camere. Abbiamo anche un presidente della repubblica che deve dare l’incarico a qualcuno di formare il governo, si vocifera che potrebbe darlo a Ignazio Visco, direttore della Banca d’Italia, uno che come Monti nemmeno si è presentato alle elezioni. Spero che chi si è diligentemente recato al seggio per votare, con la sua brava e bella scheda elettorale in mano, cominci a rendersi conto dell’inutilità del suo gesto e della considerazione con cui le istituzioni “democratiche” tengono conto del voto che hanno depositato nell’urna.
Tuttavia ancora una speranza c’è: riforma costituzionale i senso presidenzialista e immediato ritorno al voto. Ma se questo non avverrà e un’alleanza PD-M5S rappresenta la maggiore resistenza ad una riforma del genere, allora l’alternative sarà quella che non si è voluta prendere in considerazione stavolta: la totale astensione elettorale. Se prima non si era capito che votare in questo sistema non conta nulla ora è evidente anche alle pietre, per chi ha votato questa volta non ci sono più scuse: se tornerà al voto con questa costituzione, porcellum o non porcellum non ha importanza, non avrà il diritto morale di lamentarsi dell’ovvio e prevedibile disastro.