Ma non te lo avevo detto?

Prendo spunto dall’articolo del Fatto linkato da Kulpe nell’articolo di Monrefuge “Dedicato al MiG”. Per quanto le tesi sostenute in questo articolo siano state più volte rimarcate a coloro che adesso le fanno proprie, chi le sosteneva in “tempi non sospetti” è stato fatto oggetto di scherno e bersaglio d’ogni falsità demagogica. Scrive il signor Antonello Caporale:

Pale, pale, pale. Un alluvione di pale che ha conquistato tutto il sud. Loro in cima alle montagne, i pannelli fotovoltaici in terra. Creste d’acciaio in aria, e in basso silicio al posto degli ulivi, come in Salento, silicio invece degli agrumi, come in Calabria. Silicio e non pomodori, o vitigni, o alberi. Silicio in nome dell’energia sostenibile, del Protocollo di Kyoto, delle attività ecocompatibili…

Silicio e non pomodori, o vitigni, o alberi. Ora si comincia finalmente a comprendere quanto sia esteso il significato della parola inquinamento: non solo il fumo delle ciminiere, non solo il particolato dei motori automobilistici, ma anche e sopratutto la SOTTRAZIONE DI SPAZI! I pomodori non crescono su di un terreno inquinato da agenti chimici come non crescono su di un terreno invaso da pannelli solari o da pale eoliche. Si comincia anche a comprendere che il protocollo di Kyoto non può essere rispettato, se lo fosse i paesi in via di sviluppo dovrebbero rinunciare all’agricoltura, alla loro prima fonte di sostentamento,  per far spazio a queste fonti di energia “sostenibile”. 

 …nel tempo feroce della spending review che taglia ospedali e trasporti, trasforma in invisibili gli operai, taglia commesse e finanziamenti e con loro cancella la vita precaria dei precari, si dovranno accantonare altri dieci miliardi di euro da investire nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, le cosiddette Fer. Dieci miliardi! Uno sforzo titanico a cui gli italiani sono chiamati a partecipare versando l’obolo in rate bimestrali attraverso un sovrappiù della bolletta elettrica.

Uno sforzo titanico a cui gli italiani sono chiamati a partecipare” Già, i costi. Le rinnovabili costano, costano in termini di inquinamento, come abbiamo visto, e in termini di denaro; hanno questo costo elevato perchè il loro rendimento è molto scarso, mediamente il 30%. Credo che sia chiaro anche al più sprovveduto individuo che se un operaio è pagato otto ore e ne lavora una sola è un operaio che rende poco e conseguentemente costa molto, lo stesso ragionamento vale per un apparecchio di cui restituisce solo il 30% dell’energia che riceve dalla fonte “rinnovabile”.

 Non si può dire no al petrolio e affossare l’eolico e il fotovoltaico, certo. Ma si poteva, anzi si doveva gestire il territorio, dividerlo per caratura paesaggistica, garantire alle pale un luogo e al paesaggio la sua identità. Scegliere dove metterle, e come. 

 Non si può dire no al petrolio e affossare l’eolico e il fotovoltaico, certo“, ma naturalmente, era così semplice: bastava “gestire il territorio” e “dividerlo per caratura paesaggistica”. Ecco che qui l’animo demagogico sinistro/ambientalista affiora in tutta la sua dirompente veemenza, senza nemmeno PROVARE a ragionare. Prima hanno voluto le “energie rinnovabili” e ora che si son resi conto di quanto siano inquinanti ci dicono che andavano impiantate secondo la “caratura paesaggistica”… bel parolone demagogico. Purtroppo le pale eoliche vanno messe DOVE C’E’ VENTO, caratura paesaggistica o no, e i pannelli fotovoltaici DOVE C’E’ IL SOLE E LO SPAZIO, caratura paesaggistica o no. In più c’è il fatto che l’Italia NON HA molti chilometri quadrati a disposizione, caratura paesaggistica o no.

Nel 2005 Legambiente e Anev hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con lo scopo di promuovere l’eolico in Italia.“Insieme organizzano e collaborano”, scrive il sito ufficiale degli imprenditori. Purtroppo nel 2009 il presidente dell’Anev, questa titolata associazione ambientalista, viene arrestato. La Guardia di Finanza sequestra sette “parchi” eolici in diverse regioni e accusa Vigorito…

il presidente dell’Anev, questa titolata associazione ambientalista, viene arrestato” Anche di questo i cittadini sono stati avvertiti, ma i demagoghi verdi hanno gettato fumo negli occhi. Le associazioni ambientaliste sono o lobby costituite dai produttori di “fonti rinnovabili” o ingenue associazioni finanziate dai petrolieri  per arrestare lo sviluppo dell’energia nucleare,  l’unica che li possa veramente impensierire col suo rendimento vicino al 95%. 

Credo che in questo articolo di Antonello Caporale sia evidente la totale mancanza di raziocinio che domina nelle scelte e nei proclami ambientalisti: prima “viva viva le fonti rinnovabili”, poi quando è palese che inquinano il territorio salta fuori la “caratura paesaggistica” , poi scoprono che le associazioni ambientalistiche non sono tanto diverse dai petrolieri.  Un Giorno questi demagoghi troveranno la strada per attaccare le fonti rinnovabili e rivalutare il nucleare, quando avranno capito come farlo senza rimetterci faccia e reputazione, potremmo finalmente contare sulla fonte di energia col più alto rendimento, e alto rendimento significa basso inquinamento e bassi costi. Ma bisogna aspettare che i demagoghi di mestiere e di partito trovino la via che consenta loro di eludere il “TE LO AVEVO DETTO”.

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