Riporto dal sito “Toqcueville – la città dei liberi” questo bell’articolo di Andrea Camaiora. Non solo le donne hanno le quote rosa, questo escamotage che porta l’immeritevole a meritare, ma anche il PDL: e la meritocrazia fa ciao ciao con la manina mentre s’allontana.
Perché le primarie a Genova son cosa buona e giusta
di Andrea Camaiora
Claudio Scajola, intervistato ieri dall’emittente radiofonica ligure Radio Babboleo News, ha ribadito la necessità di primarie aperte, primarie non del solo Pdl ma aperte a tutti i genovesi liberi e forti che non vogliono veder vincere la sinistra massimalista alle prossime elezioni. Insomma, come le ha chiamate il leader ligure del Pdl, «primarie dei genovesi».
Questa proposta ha raccolto consensi, soprattutto tra la gente, e critiche, soprattutto negli apparati del partito e del cosiddetto establishment del centro destra.
Addirittura il neo coordinatore metropolitano di Genova del Pdl, Gianni Barci, ha spiegato perché, a suo dire, le primarie non si possono fare: «non c’è il tempo. E se proprio devo dire la verità non abbiamo neppure l’organizzazione, la struttura, le sedi per farlo». E forse, caro Barci, neppure la voglia.
Possibile che solo Scajola si sia accorto che il “mondo” è cambiato e che, dunque, deve cambiare anche il Pdl?
Le primarie democratiche hanno visto la sconfitta del partito di Bersani, ma sarebbe miope non dar loro il giusto peso. Il livello di fiducia nei partiti è rasoterra. L’ultimo sondaggio Ispo di Renato Mannheimer dice che l’otto per cento dei cittadini ha fiducia nelle forze politiche, contro il novantuno che ne ha poca o niente.
Il mondo è cambiato, lo ripetiamo. Deve cambiare anche il Pdl. Altrimenti perché abbiamo fatto i congressi unitari. Nei congressi unitari non ci sono vincitori o vinti, ma la condivisione che il momento necessita di stringersi, collaborare, darsi da fare insieme. Perché il fine ultimo della militanza in un partito chi condivide il percorso con te, non è sbarrare la strada a questo o a quello, ma è dare il proprio contributo per migliorare la società, per gestire meglio la cosa pubblica, per servire le istituzioni.
Per questo Scajola ha chiesto di «volare alto».
Possibile che solo Scajola si accorga della necessità di cambiare? L’istinto di autoconservazione, lo diciamo ai maggiorenti del Pdl ligure, è un pessimo consigliere. Non si reagisce allo tsunami restando sulla spiaggia per godere degli ultimi raggi di sole, si corre ai ripari.
Cosa ha detto nell’intervista a Babboleo il numero uno del centro destra in Liguria? «La scelta del candidato del centrodestra per le comunali di Genova non può essere prerogativa solo del Pdl. Bisogna unire i moderati altrimenti condanniamo la città ad essere governata dalla sinistra massimalista. Per questo propongo primarie aperte a tutti: una candidatura di bandiera rischierebbe di portarci alla sconfitta. Bisogna invece andare oltre gli schemi esistenti e aprirsi alla società civile».
Parole troppo forti e coraggiose, evidentemente, per chi preferisce una comoda e sicura sconfitta ad una faticosa ma entusiasmante vittoria