da Libero.it
I bulli a scuola possono essere puniti, non umiliati. Parola dei giudici della Corte di Cassazione che hanno condannato a due settimane di reclusione una professoressa di una scuola media di Palermo per aver fatto scrivere ad un alunno per cento volte sul quaderno la frase “sono un deficiente” . Il ragazzino, infatti, aveva deriso ed emarginato un compagno di classe.
La sentenza – Come riportato da Tgcom, la sentenza spiega che l’utilizzo di “metodi prepotenti” rafforza “il convincimento che le relazioni personali sono decise da rapporti di forza o di potere”. La docente è colpevole “di aver abusato dei mezzi di correzione e di disciplina”, di aver “mortificato nella dignità” lo studente venendo così meno al “processo educativo in cui è coinvolto un bambino”…
l’utilizzo di “metodi prepotenti” rafforza “il convincimento che le relazioni personali sono decise da rapporti di forza o di potere”
Benissimo politically correct alla “nessuno tocchi Caino”, avete segnato un altro punto. Vorrei portare alla vostra attenzione le seguenti proposte:
1) abolizione delle carceri
2) tassa di scopo a carico delle vittime a favore dei loro aguzzini
3) abolizione del codice penale
Credo che queste proposte, se realizzate ed applicate, favoriranno un sereno dialogo con chi, a causa della società, è costretto ad uccidere, rubare, truffare, seviziare e a compiere legittimi atti di terrorismo. Tieni duro Bart, anche negli USA un giorno arriverà la giustizia italiana