Oggi riordinando scatoloni pieni di libri mi capita in mano un vecchio testo di storia dell’arte, mi balza allora alla mente il “Ritratto di fanciulla” di Charles Frederick Naegele. Da quanto tempo non lo vedevo, subito sono corso alla pagina dove è riprodotto e mille ricordi mi son venuti addosso. Ho sempre considerato la ragazza del ritratto di una bellezza incommensurabile, quello sguardo disilluso e dignitoso, calmo ma fiero mi ha fatto sognare e battere il cuore. Mi sono sempre chiesto cosa stesse pensando, se fosse felice o in un attimo di tregua concessole da chissà quale dolore, mi son chiesto chi fosse e se mai sia davvero esistita, massì, deve essere esistita: mente umana non è in grado di immaginare una tal bellezza, può solo ritrarla. All’improvviso il ricordo di quei vecchi pensieri viene spazzato via da una violenta, incontrollabile emozione, perchè impressionante è la somiglianza della ragazza del ritratto con mia figlia. Ora non so più cosa pensare e non riesco a prendere sonno; essere genitori è terribilmente difficile, non c’è scuola o addestramento che possano aiutare. Ritrovarsi materializzata nella propria figlia la ragazza sui cui le pupille si sono perse facendo ballare l’anima, seppur di un invaghimento giovanile e astratto, lascia il segno…e che segno.
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