Siria

Un attacco limitato, della durata di ”non piu’ di due giorni”, con missili lanciati dalle navi da guerra nel Mediterraneo. E’ questa l’opzione che il presidente americano Barack Obama starebbe valutando per rispondere all’uso di armi chimiche in Siria. Si tratterebbe – riporta la stampa americana citando fonti dell’amministrazione – di un attacco per punire l’uso di gas che dovrebbe anche svolgere una funzione deterrente, mantenendo pero’ allo stesso tempo gli Stati Uniti estranei dalla guerra civile in atto. L’attacco prenderebbe di mira obiettivi militari non direttamente legati alle armi chimiche.

L’Iran: “Gravi conseguenze in caso di attacco” – L’Iran, attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, ha ribadito che un attacco alla Siria avrebbe ”gravi conseguenze” in ”tutta la regione mediorientale”. Serve una ”soluzione politica” alla crisi siriana e ha espresso la speranza di Teheran che i ”leader europei” prendano ”sagge decisioni” evitando l’attacco. Il portavoce, Abbas Araqchi, ha precisato che le “gravi conseguenze” sarebbero provocate da “qualsiasi azione militare” contro la Siria e ha sottolineato che questo è il momento di essere cauti per evitare che la situazione vada “fuori controllo”: uno sviluppo, ha detto il portavoce iraniano, “che speriamo non accada”. Teheran comunque, ha annunciato Araqchi, farà “del suo meglio” per evitare un conflitto e “speriamo che tutti tornino indietro” alla ricerca di una “soluzione politica”.

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