Spiegasse Odifreddi….

Il 27 dicembre 1831 il brigantino Beagle salpò dall’Inghilterra con un passeggero d’eccezione, il giovane Charles Darwin, per un giro del mondo che durò cinque anni. Al suo ritorno le risultanze di quel viaggio spinsero il giovane naturalista a elaborare l’ardita teoria che le specie vegetali e animali non sono state create indipendentemente, ma si sono evolute nel tempo grazie a una selezione naturale del più adatto nella lotta per la vita. Questa teoria minava alla radice la pretesa dell’uomo di essere stato creato “a immagine e somiglianza di Dio”, e faceva invece supporre una sua discendenza da qualche progenitore comune delle grandi scimmie. Non può dunque sorprendere che il darwinismo abbia scosso i fondamenti stessi delle religioni bibliche, e generato polemiche e resistenze che dividono ancor oggi l’opinione pubblica dei non addetti ai lavori…

Certo, “gli addetti ai lavori”, dall’altro della loro cultura picorèt massimalista e salottista, élite intellettuale di cui Odifreddi fa parte,  concordano sulla teoria che “le specie vegetali e animali non sono state create indipendentemente, ma si sono evolute nel tempo grazie a una selezione naturale”, teoria che però contraddirebbe un’altra teoria, la teoria del caos, che Odifreddi, insigne matematico, sicuramente accetta.  

Sempre rimanendo in ambito matematico vediamo che ci sono numeri che ricorrono in natura come il 237: -237 °C corrispondono alla temperatura assoluta di 0 °K, 237 è una costante adimensionale che si usa nel calcolo della dilatazione termica dei materiali, per ciò, mi domando e domando a Odifreddi, come concilia questo fatto col carattere del tutto aleatorio che lui e i salottisiti compagni suoi attribuiscono al creato.

Ma c’è un numero, tutto particolare, detto “divina proportione”, o numero aureo, che la natura utilizza molto spesso nelle sue manifestazioni geometriche. Il Nautilus  per esempio, ha una conchiglia che descrive una spirale logaritmica in cui un qualsiasi arco della spirale è iscrivibile in un rettangolo aureo, cioè un rettangolo in cui  la proporzione tra i lati è il numero aureo.

Anche le foglie dell’olmo montano hanno proporzioni auree, come quelle del fico comune. Ma non è ancora nulla, per proseguire però dobbiamo dare un’occhiata alla Successione di Fibonacci. E’ molto semplice: in questa successione ogni numero è la somma dei due precedenti, quindi sarà

1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, …,n 

Se si divide il numero seguente per quello antecedente si approssima sempre più il numero aureo 1, 6180339887:

1/1 = 1

2/1 = 2

3/2= 1,5

5/3 = 1,66

8/5 = 1,6

13/8 = 1,625

21/13 = 1615348

………………………

144/89 = 1,61798

Ebbene il millefoglie palustre presenta una disposizione per strati delle foglie tale da rispettare la successione di Fibonacci. Il girasole ha i semi disposti secondo 34 spirali rivolte verso destra e 21 spirali rivolte verso sinistra, 21 e 34 sono consecutivi nella serie di Fibonacci; il broccolo romano ha 8 spirali rivolte a sinistra e 13 rivolte a destra, 8 e 13 sono termini consecutivi della serie di Fibonacci. E la margherita? Provate a contarne i petali: sono sempre un numero della serie di Fibonacci!

Ora vorrei che Odifreddi spiegasse in termini evoluzionistici come sia possibile una tal costante e diffusa ricorrenza della Divina Proportione in natura, e calcolasse quante probabilità aveva quest’evento di verificarsi.  

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