Bersani ha vinto. L’immobilismo, l’obsolescenza e la retorica hanno vinto. Il bel momento quasi democratico (nel mio paesello il seggio ha chiuso mezz’ora prima del termine) è passato e si ritorna a ciò che prevede la costituzione, con l’aggravante, per Bersani, di dover anche accontentare mille ideologie, tra loro antitetiche, interne al suo partito. Dovrà far convivere i gayprider di Vendola a cui deve la vittoria con i cattocomunisti al soldo di Franceschini e della Bindi, dovrà sincronizzare la muffa ideologica che il tempo gli ha depositato sulla pelata col dinamismo giovane e riformista dei renziani e, non dimentichiamolo, ci sarà anche il cappio CGIL/FIOM da tenere sott’occhio. Questa è una mission impossible! Se poi dovesse riuscire a dipanare questa ingarbugliata matassa farà i conti con le alleanze a cui si dovrà giocoforza sottomettere, dato che gli serve il 50%+1 dei voti; e chi gli fornirà quel che gli manca per sedersi sulla prima poltrona venderà a peso d’oro i suoi preziosissimi, determinanti voti.
Così l’ideologo di equitalia, cresciuto nel partito delle tasse, potrebbe mettere il caro Monti al tesoro e usare come collante i soldi che questi rapinerà agli italiani, tendo così uniti artificialmente un partito fatto di mattoncini lego fasciato nella stagnola dei suoi “alleati” super interessati per periodo minimo che consenta di assicurare vitalizi per tutti, alleati e interni saltimbanchi. Non potevamo sperare di meglio! Questo rottame di paese sarà allora del tutto impossibilitato ad adeguarsi alle nuove sfide che il cambio epocale in atto lancia, la necessitò di trovare nuove e più efficienti forme di welfare non sarà nemmeno presa in considerazione, la necessità di aprirsi alla reale concorrenza in tutti i campi industriali ed economici non sarà presa in considerazione, la spending review buttata al vento. Avremo come programma stantio statalismo, conferma dell’attuale insostenibile previdenza sociale, conferma dell’attuale insostenibile sistema sanitario, conferma dell’attuale insostenibile scuola pubblica, e porte aperte alla più selvaggia immigrazione. Ciliegina sulla la totale sudditanza all’Europa dell’euro. E’ come ascoltare l’orchestrina del Titanic…